THE ORIGINAL BAMBI by Felix Salten

THE ORIGINAL BAMBI by Felix Salten

autore:Felix Salten [Salten, Felix]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-02-21T12:00:00+00:00


CAPITOLO DIECI

L’INVERNO IMPERVERSAVA. Talvolta sembrava farsi più mite, ma poi la neve ricominciava a cadere e diventava così alta che era impossibile scavare per arrivare al terreno. La situazione peggiorò quando giunse il disgelo e la neve sciolta gelava durante la notte. Così si formava un sottile strato di ghiaccio talmente scivoloso che bastava un nonnulla per cadere. Spesso la patina bianca si rompeva e le schegge aguzze ferivano le tenere caviglie dei cervi fino a farle sanguinare.

Ma, da alcuni giorni, era giunto un gelo intenso. L’aria non era mai stata così pura, affilata e vigorosa. Aveva iniziato a ronzare con un bel timbro vivace, cantava con i brividi del freddo.

Nella foresta regnava la quiete, eppure ogni giorno accadeva qualcosa di orribile. Una volta i corvi avevano attaccato il figlioletto dell’Amico Lepre. Il piccolo era già malato e loro lo uccisero in maniera crudele. I suoi gemiti disperati erano riecheggiati a lungo. Amico Lepre non era a casa e quando ricevette la terribile notizia fu straziato dal dolore.

In un’altra occasione il piccolo scoiattolo se n’era andato in giro con una ferita profonda sul collo perché era stato morso dalla martora. Era riuscito miracolosamente a scappare. Ma a causa del dolore non riusciva a parlare. Quindi correva su e giù dai rami dove tutti potevano vederlo. Sembrava impazzito. Di tanto in tanto si fermava, si sedeva, sollevava le zampe anteriori con aria disperata e si afferrava la testa, tormentato dall’orrore e l’agonia, mentre il rosso del sangue gli macchiava il petto bianco. Corse di qua e di là conciato in questa maniera per un’ora, poi all’improvviso crollò. Poco dopo incespicò su un ramo e morì cadendo al suolo. Subito giunse una coppia di gazze che si avventò sul banchetto che le attendeva nella neve.

Un altro giorno ancora una volpe dilaniò il bellissimo e forte fagiano, molto benvoluto e popolare. La sua morte suscitò la compassione di una vasta cerchia di amici che cercarono di confortare la vedova sconsolata. La volpe aveva trascinato il fagiano fuori dalla tana che si era scavato nella neve, pensando di essersi nascosto assai bene. Nessuno avrebbe potuto sentirsi più al sicuro. Eppure, la tragedia accadde alla luce del giorno. Quell’atroce sofferenza subita, che sembrò non avere fine, scatenò acredine e brutalità. Distrusse tutti i ricordi del passato, erose le coscienze, rovinò ogni buona abitudine e maniera, demolì la fiducia reciproca. Nella foresta sparì ogni freno, non esistevano più la pace o la pietà.

«È difficile pensare che le cose miglioreranno mai» sospirò la madre di Bambi.

Anche la zia Ena sospirò. «È difficile pensare che le cose un tempo erano migliori.»

«Eppure» disse Marena con lo sguardo fisso davanti a sé, «io ripenso sempre a quanto si stava bene prima.»

«Senti!» disse la vecchia Nettla a zia Ena. «Il tuo piccoletto sta tremando.» Stava indicando Gobo.

«Trema sempre in questo modo?»

«Purtroppo sì» rispose zia Ena un po’ preoccupata. «È da alcuni giorni che è scosso dai brividi.»

«Be’» disse la vecchia Nettla con il solito tono franco, «sono proprio felice di non avere più figli.



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